UNA STORIA PIÙ CHE CENTENARIA

GLI INIZI

Il Cervia Calcio 1920 non ha mai partecipato a nessun campionato professionistico della FIGC, rimanendo sempre nel panorama dilettantistico del calcio italiano. L’attività nasce nel periodo in cui la città viene riconosciuta “Stazione termale”, iniziando a giocare in un’area in prossimità del vecchio lavatoio, negli anni 1930 la squadra si dà un assetto maggiormente organizzato prendendo il nome di Società Sportiva Cervia e si trasferisce in un campo presso il Lungomare (oggi Lungomare D’Annunzio). Facevano parte di quella squadra i portieri Mario Vicari e Nerio Marzelli, i terzini Juvarez Penso e Olindo Dallamora detto gamba ad sàrar (gambo di sedano), il centromediano Alfredo Collina, Pietro “Piròn” Grassi (già ciclista dilettante), Alberto Cortesi, Fernando Zoffoli, Sergio Fusconi, Giovanni “Rino” Cecchi, Erminio Bigotti.La squadra, con questa fisionomia e gli innesti di Quarto Vicari, Boesio Casanova, Tolmino Medri e Germano Todoli, rappresentò la società sino al 1939 quando a Milano Marittima venne inaugurato lo Stadio dei Pini, impianto richiesto in maniera insistente da Augusto Piraccini, detto “Besagnon”. L’epoca fascista e l’enfasi per l’esercizio fisico, rendeva le cronache delle partite come scontri epici, nonostante la preparazione, come ricorda “Rino” Cecchi, si limitasse a giri di campo e ginnastica, mentre in campo la squadra si schierava con il “Metodo”, come in voga in quegli anni. I giocatori erano a tutti gli effetti dei veri “dilettanti”: lavoratori di salina, impiegati, negozianti.

IL SECONDO DOPOGUERRA

Il periodo bellico, oltre che a portare lutti e distruzioni, rallentò la nascente industria turistica, ma non fermò mai del tutto l’attività calcistica, fatta anche di situazioni estemporanee come quella del 22 agosto 1943 quando il Cervia sconfisse la rappresentativa dei militari della Germania nazista per 2-0, mentre nei primi giorni del 1944 pareggiò con la rappresentativa militare della Repubblica Slovacca per 1-1.Subito dopo la fine delle ostilità e la liberazione, avvenuta a Cervia il 22 ottobre 1944, il calcio cercò di dare una mano alla ricerca della normalizzazione, nell’agosto 1945 si tenne nel Campo del Lungomare un trofeo calcistico dedicato ai Caduti cervesi, seguì di lì a poco una partita amichevole con il Ravenna finita 2-0 per i ravennati. Nell’ottobre dello stesso anno venne ufficialmente ricostituita la squadra grazie soprattutto allo sforzo di Boesio Casanova (poi presidente), Mario Baldisserri, Domenico Fusaroli, Dino Penso e Bruno Masini: il 15 ottobre presso la sezione bolognese della FIGC, nacque ufficialmente quella che venne denominata A.S. Cervia, che riprese a giocare al vecchio Campo del Lungomare, in attesa dei lavori di ripristino dello Stadio dei Pini, dove rimanevano di stanza le truppe polacche. La prima stagione 1945-1946, il Cervia venne inserito nel Campionato Regionale di Prima Divisione Girone B, assieme ad altre undici formazioni romagnole, la squadra cervese ottenne l’ottavo posto con 17 punti figli di sei vittorie, cinque pareggi e dieci sconfitte. L’anno successivo va decisamente meglio, quando raccoglie un terzo posto dietro Castrocarese e Perticara, mentre nella stagione 1947-1948 ottiene comunque un lusinghiero quarto posto. Dalle altalene degli anni successivi, si giunge ai primi anni 1950 che segnarono invece una temporanea sospensione dell’attività dell’A.S. Cervia, che venne in toto sostituita dal C.R.A.L. Salina di Cervia, presieduto dall’ingegner Indini ed allenata dall’ex capitano della Nazionale di calcio della Polonia Noviski.

Il Cervia riprende l’attività nella stagione 1953-1954 cogliendo un quarto posto nel campionato di Prima Divisione Girone A, l’anno successivo la squadra scende al settimo posto per poi risalire l’anno dopo al sesto: è il preludio alla stagione 1956-1957 che porta il Cervia nell’anelato Campionato Nazionale Dilettanti con la vittoria in campionato a 42 punti, uno in più della Pol. Moretti Cesenatico, grazie a 20 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, ruolino di marcia notevolissimo. La salita della squadra è figlia non solo delle capacità dei giocatori ma anche di una città che vive il boom turistico e demografico, cavalcato da Todoli presidente e Masini vicepresidente, che portano il Cervia a giocare in due anni la IV Serie e poi la Serie D sino alla stagione 1971-72.

Difatti, il Cervia nel 1957-1958, allenato da Biagini, inanella un’altra stagione notevolissima: da neopromossa sbanca il Girone A del CND con 36 punti e giunge in IV Serie. Nella prima stagione in IV Serie il Cervia affronta squadre blasonate come Cesena e Rimini (battuto allo Stadio dei Pini 2-1). Il decimo posto finale (13 vittorie, 8 pareggi, 13 sconfitte) è un risultato che la società può a ragione giudicare ottimo. Nella successiva Serie D 1959-1960, il Cervia si batte ottimamente guidato da Libero Zattoni in panchina, ma è sicuramente meno attrezzata di Cesena, Fano e Jesi, che giocano per la promozione; il quarto posto finale è degno di nota, ottenuto con 13 vittorie, 11 pareggi e 10 sconfitte. Inserito nello “scomodo” girone C della Serie D 1960-1961, il Cervia allenato da Modanesi giunge nono, ridimensionato nelle aspettative, ma gioca le sue partite ufficiali più lontano da casa: Merano e Monfalcone, i 35 punti finali situano la squadra rivierasca a metà classifica.

AD UN PASSO DALLA C

La Serie D 1961-1962 costringe di nuovo il Cervia a lunghe trasferte fino a Trento. La formazione ritrova il derby con il Moretti Cesenatico che batte i cervesi per 1-0 in casa e strappa il pareggio a Cervia, i gialloblù hanno comunque la soddisfazione di battere il CRDA Monfalcone vincitore del girone, pur terminando al dodicesimo posto appena sopra la zona retrocessione, con 30 punti in 34 gare. I risultati fanno riflettere sul rischio di scivolare lentamente verso la categoria inferiore, così il Cervia riesce ad allestire una squadra veramente efficace a partire dal centravanti Berti, tuttavia la fortissima Vis Pesaro domina il campionato vincendo per distacco proprio sul Cervia capitanato da Scarascia, che si fermerà a 43 punti contro i 50 dei marchigiani, pur avendoli fermati con due pareggi per 0-0. Il secondo posto è il miglior risultato della storia del Cervia, frutto di 14 vittorie, 15 pareggi e 5 sconfitte. La squadra non risente del contraccolpo psicologico del secondo posto e nella Serie D 1963-1964 il Cervia, pur avendo molti occhi puntati addosso per il precedente ottimo campionato, ottiene comunque un prestigioso quinto posto battendo anche la vincitrice del girone, il Carpi.Ben diversa si presenta la Serie D 1964-1965: dopo un avvio con buoni risultati, i gialloblù allenati da Arnaldo Pantani scivolano progressivamente verso le retrovie fino all’orlo del baratro, evitato solo grazie alla vittoria in un drammatico spareggio giocato ad Arezzo, dove il Cervia batte il Cattolica Calcio per 4-3 salvando la stagione. Nella Serie D 1965-1966 la presidenza della società passa da Boesio Casanova a Germano Todoli, l’allenatore Pantani confermato ha a disposizione i fedeli Esposito, Zoffoli e Piretti, ed in porta il faentino Attilio Santarelli, e così giunge un soddisfacente settimo posto che il Cervia migliora nella stagione successiva dove domina il Città di Castello che all’epoca contava su Silvano Ramaccioni come direttore sportivo. In quest’ultima stagione i gialloblù rinnovati soprattutto nelle retrovie e con Fabbri in attacco si tolgono soddisfazioni come battere il Parma di Sergio Brighenti grazie soprattutto alla seconda miglior difesa del torneo.Le due annate successive non regalano al Cervia sussulti particolari: un decimo e un tredicesimo posto sono l’effetto di un rinnovamento che non dà i frutti nell’immediato, ma solo durante la Serie D 1969-1970, quando il Cervia guidato da Bazzocchi arriva terzo ad un punto dalla seconda piazza conquistata dal Forlì, mentre il girone è vinto dalla Maceratese.

LE STAGIONI IN PROMOZIONE

La Promozione 1972-1973 trova un Cervia appena retrocesso che si scrolla di dosso la delusione per il salto indietro, tuttavia i 37 punti lo collocano solo al quarto posto nel girone vinto poi dal San Lazzaro nello spareggio di Ravenna. L’annata successiva è quella che negli anni 1970 avvicina di più i gialloblù al sogno di tornare in quarta serie: il secondo posto finale dietro al Russi ad un solo punto nonostante il sonoro 4-1 rifilatogli in casa lascia un certo amaro in bocca, anche perché le successive stagioni saranno comunque lusinghiere (seconda a 4 punti nel 1974-1975, quarta nel 1975-1976, quinta nel 1976-1977, in queste due ultime stagioni guidata da Giancarlo Magrini) ma mai più all’altezza di quella.Nel 1977-1978 il Cervia inizia un triennio di risultati mediocri: ottava a diciotto punti dalla vetta, ottava nel girone da 14 nel 1978-1979, addirittura decima l’anno successivo, salvandosi direttamente per un solo punto su Sampierana e Gambettolese. Il settimo posto della stagione 1980-1981 sembra invertire la rotta sotto l’allenatore Lucchi, ma dopo il quarto posto della stagione successiva il Cervia torna nella mediocrità con il nono posto.Corradi e poi Chierici trainano la squadra a metà anni ottanta: il Cervia giunge quarto con il primo e sesto con il secondo nella successiva stagione. Nel 1985-1986 il Cervia è tra le quattro squadre penalizzate di 3 punti per l’alterazione del registro ammonizioni del Comitato Regionali, giunge all’ultimo posto utile per salvarsi. È una sorta di tocco del fondo, perché poi il Cervia passa al settimo posto, per poi salire al quarto della stagione 1987-1988, quella che inizia con la mesta notizia della morte del “Presidente” per eccellenza, Todoli, avvenuta il 24 luglio. Corradini e Ciani poi portano il Cervia negli anni 1990 con un quinto ed un ottimo terzo posto a due punti dalla promossa Sampierana, inizia il quadriennio di presidenza di Romano Rosetti.
Il periodo successivo fa affidamento sul coach Marino Baldazzi che dopo il quinto posto della stagione 1990-1991 riporta al terzo posto regionale i gialloblù, la già buona prestazione viene addirittura migliorata l’anno successivo quando il Cervia si piazza secondo alle spalle del San Marino ad una sola lunghezza di distacco. La stagione 1993-1994 vede ridimensionarsi le ambizioni cervesi, dato che i gialloblù non vanno oltre la settima piazza in un campionato dominato dall’Imolese che in epoca di due punti per vittoria rifilò nove lunghezze alla prima inseguitrice. Sesto posto nel 1994-1995, terzo dietro alla fortissima coppia Boca-Santarcangiolese l’anno successivo, solo nona una stagione dopo, quando è nuovamente il San Marino a salire nei Dilettanti.

DA CAMPIONI AD OGGI

La società è stata soggetto del reality show di Italia 1 Campioni, il sogno, condotto da Ilaria D’Amico, grazie al quale ha girato per l’Italia affrontando varie compagini di Serie A in gare amichevoli e la Nazionale Piloti Formula 1, capitanata da Michael Schumacher; da queste amichevoli sono stati scelti gli undici finalisti della prima edizione contro le vecchie star del campionato italiano di Serie A. Nel 2006-2007, per la prima volta nella sua storia, la squadra romagnola ha partecipato alla Coppa Italia maggiore, affrontando nel primo turno l’Ascoli e venendo sconfitta per 6-0. Terminato il reality la squadra non ha avuto molta fortuna: la prima stagione senza telecamere è coincisa col ritorno in Eccellenza, in seguito all’ultimo posto in classifica nel girone D della Serie D 2006-2007.

Nella stagione 2007-2008 milita nel campionato di Eccellenza Emilia-Romagna – Girone B. La squadra, pressoché smantellata, viene affidata a Marino Baldazzi, che porta il Cervia alla salvezza. L’anno successivo invece Baldazzi, che conferma il grosso della squadra, ottiene risultati migliori ottenendo il quinto posto finale.

Il Cervia 1920, che aveva partecipato a tutti i campionati di Eccellenza da quando era stata costituita la categoria, ad eccezione dei campionati di Serie D 2005-2006 e 2006-2007, si presenta ai nastri di partenza della stagione 2011-2012 con una squadra fortemente ringiovanita. Dopo un campionato altalenante giunge ad una sorta di spareggio all’ultima gara in trasferta con il Calcio Castel San Pietro Terme, i gialloblù che possono contare su due risultati su tre, conducono sino a pochi minuti dal termine una gara che li porterebbe alla salvezza, quando i castellani ribaltano il risultato all’80’ e si portano in vantaggio al 90′ evitando la retrocessione diretta e costringendo il Cervia a scendere in Promozione. Al termine della stessa stagione viene formalizzata la scissione tra il settore calcio ed il settore calcio a 5 con la costituzione del Futsal Cesenatico che eredita dai gialloblù il titolo per iscriversi al campionato regionale emiliano romagnolo di calcio a cinque di Serie C2.
Sempre attiva tra Promozione ed Eccellenza, la società ha continuato a sposare una linea volta a lanciare giovani talenti, provenienti dai migliori settori giovanili della zona, e poi ha riproposto nell’annata 2021-2022 un nuovo programma (andato in onda sull’emittente GO-TV e pubblicato sui social societari) per raccontare lo sport più amato (Cervia 2.0, Generazione Social).